Giardini Storici in provincia di Padova
Vi suggeriamo di visitare i numerosi giardini della Provincia di Padova, straordinari esempi di architettura monumentale e vegetale; un’arte antica che ha contribuito a rendere famosi i nostri architetti nel mondo. Alcuni sono i giardini delle Ville Venete e Palladiane che si trovano in prossimità dei Colli Euganei e sono facilmente raggiungibili dalle Terre Bianche.
In un raggio di pochi km potrete visitare:
- Giardino Villa Emo Capodilista - Monselice
- Giardino Villa Barbarigo - Valsansibio
- Giardino Villa Valmarana - Saonara
- Giardino Villa Vescovana - Vescovana
- Antico Orto botanico e Giardino della Biodiversità – Giardino Romiati - Padova
Giardino di Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani a Luvigliano
Il giardino storico di Villa Barbarigo fu realizzato nella seconda metà del Seicento dal nobile veneziano Antonio Barbarigo, fratello di San Gregorio, come voto al Signore per aver debellato la peste nel 1630. È uno dei giardini all’italiana più importanti in assoluto, per estensione, per l’aspetto paesaggistico e architettonico, e per il significato simbolico e allegorico. È un luogo dove regna una perfetta armonia tra le architetture vegetali e degli edifici. Lo spazio è simmetrico, scandito da due assi cardinali. Dal Bagno di Diana, l’antico ingresso fluviale, si sviluppano quattro peschiere, sedici fontane, settanta statue e tre scherzi d’acqua. Famoso è il labirinto di bossi che ha circa 500 anni e pareti vegetali alte fino a 5 metri. Oltre al il prezioso patrimonio in statue di soggetto mitologico allegorico, i giochi d’acqua e le decorazioni architettoniche sonno di notevole valore. Gli imponenti alberi secolari provengono da 4 continenti. La sequenza dei luoghi progettati e la profonda simbologia dei manufatti architettonici hanno ricreato sia un luogo ameno nei momenti di otium per i Signori che vi abitavano e per i loro ospiti, ma anche uno spazio di elevazione spirituale, di purificazione e di contemplazione. .
Villa Selvatico Sartori a Battaglia Terme
Il complesso monumentale di Villa Selvatico (1593–1650) rappresenta un esemplare stilistico originale con contaminazioni architettoniche sia medievali che orientaleggianti. Dalla grande terrazza che circonda la villa si gode di un panorama mozzafiato sui Colli Euganei. Sul lato est, rivolta verso il canale Battaglia si trova una ripida scalinata monumentale che consentiva l’accesso diretto alla villa a coloro che giungevano in barca da Padova e Venezia e che conduce al parco ottocentesco e al caratteristico percorso d’acqua che comprende tre laghetti termali. Il colle sul quale si erge la Villa era conosciuto anche come “colle della Stufa” per la grotta sudorifera presente al suo interno. Questa grotta è l’antesignana degli stabilimenti termali oggi presenti sul territorio. Fu utilizzata fin da epoca medievale non solo dai locali ma anche da famosi personaggi quali Francesco Petrarca, il duca Francesco III di Modena, il filosofo Michel de Montaigne, lo scrittore Stendhal ed il poeta Heinrich Heine. Il progetto ottocentesco del Parco è di Giuseppe Jappelli che trasformò un giardino tipicamente “all’Italiana” a giardino “all’Inglese”. Prendendo spunto dal VI libro dell’Eneide ove è descritto il Viaggio nell’Oltretomba, “Boschi dell’Eliseo, del Tartaro profondo e dei ribollenti stagni del torbido Acheronte”, l’architetto Jappelli sfruttò le acque dei laghetti termali presenti facendo realizzare peschiere e boschetti. Ancor oggi la visita al parco risulta un’esperienza suggestiva per le particolari ombre degli alberi secolari che si riflettono nell’acqua calda dei laghetti che possono essere percorsi con imbarcazioni. Dal parco si può raggiungere il canale Battaglia e da qui si può navigare fino a Padova e Venezia.
Il giardino del Catajo a Battaglia Terme
Il Castello del Catajo fu costruito dal marchese Pio Enea degli Obizzi intorno al 1570-1573. Il complesso monumentale rappresenta una fusione tra un castello militare e una villa principesca. Pio Enea II (1592-1674) apportò alcune modifiche: al posto delle scuderie realizzò un teatro, che verrà poi trasformato in chiesetta neogotica, e costruì la Grotta con la Fontana dell’Elefante con le figure mitologiche di Bacco e satiri. Gli affreschi delle pareti delle sale di rappresentanza che raffigurano le gesta della famiglia, sono del famoso pittore Giovan Battista Zelotti. Nel 1768 Tommaso degli Obizzi aggiunse reperti archeologici e arredi lapidei al complesso. Il Catajo divenne poi di proprietà degli arciduchi d’Austria-Este e Duchi di Modena che lo utilizzarono come tenuta di caccia e di villeggiatura. Dopo essere stato acquisito dagli Asburgo e, alla fine della I guerra mondiale, dallo Stato italiano, dal 1929 il Catajo è appartenuto alla famiglia Dalla Francesca che nel 2015 lo ha ceduto ad un noto imprenditore. Il complesso monumentale è contornato da due splendidi giardini: il Parco delle Delizie che contempla vasi di agrumi lungo i viali e, all’interno del complesso, il grande Cortile dei Giganti, anticamente adibito a rappresentazioni teatrali e tornei anche acquatici quali le naumachie. Nel parco si possono ammirare una peschiera, due gigantesche magnolie del Settecento e un’imponente sequoia.
Villa Pisani Bolognesi Scalabrin a Vescovana
Questa villa venne fatta erigere nella prima metà del Cinquecento dal Cardinale Francesco Pisani, patrizio veneziano Vescovo di Padova. L’edificio, sorto sui resti di una costruzione medievale, divenne la sede amministrativa dei fondi di famiglia Pisani nella Bassa Padovana. Per volere del Cardinale suo committente, la villa venne splendidamente affrescata dai più noti pittori dell’epoca a testimonianza del prestigio e della ricchezza della famiglia. In seguito, grazie alla contessa Evelina, moglie dell’ultimo esponente della famiglia Pisani, la sontuosa dimora rinascimentale venne trasformata in “salotto” romantico. Infatti, nell’Ottocento Evelina realizzò il Giardino all'Inglese, un eccellente esempio di giardino romantico con contaminazioni al giardino all’italiana. tuttora punto di forza della villa, tanto da accogliere ancor oggi eventi e numerose manifestazioni. Il giardino fu realizzato così come la Contessa l’aveva sognato intriso di rimandi ai suoi numerosi viaggi e a alle sue conoscenze. Ad esempio, Evelina volle ricordare la sua amata Costantinopoli con la realizzazione di 2 bellissimi pavoni di pietra che rappresentano, nella tradizione dei sultani, i custodi della casa, e con la coltivazione di migliaia di tulipani, i classici fiori di Allah. L’intelligente Evelina condusse in maniera esemplare la proprietà anche intraprendendo azioni nel miglioramento della condizione dei contadini. Nel 1880, con la morte di Almorò III, marito di Evelina, la famiglia Pisani si estinse. L’eredità passò quindi ad un lontano nipote di Almorò, il Marchese Carlo Guido Bentivoglio d’Aragona, la cui figlia Elisabetta convolò poi a nozze con il Conte Filippo Nani Mocenigo. Alla fine degli anni '60 gli eredi del Conte Nani Mocenigo cedettero la proprietà ai Signori Mario e Mariella Bolognesi Scalabrin.
Giardino Parco Villa Miari de Cumani a Sant’Elena d’Este
In prossimità di Vescovana si trova un altro meraviglioso giardino all’inglese di 8 ettari realizzato nel 1856 su progetto dell’ingegnere Osvaldo Torquato Paoletti, allievo del più famoso Japelli. In questo parco di forma irregolare si trovano tutti gli elementi del Giardino Romantico che racchiudono i canoni del giardino informale: il laghetto, la grotta, piccole sculture, il materiale vegetale talora esotico in forme irregolari, la casa svizzera sulle sponde del lago che rimanda al paesaggio alpino, il colle dell’Eremita, il Colle degli Ulivi, la cappella di San Giacomo, la radura del Piano delle Streghe, l’Isola del Castelluccio, le sponde del Lago Scuro, la statua di Bacco in uno spiazzo tra i boschetti, e il Ninfeo. Tutti questi elementi neogotici e neo rinascimentali, compresi i nomi suggestivi dei luoghi, concorrono all’atmosfera pittoresca di questo giardino ottocentesco. In una sala della villa è esposta una planimetria acquarellata conservata nell’archivio di famiglia che riproduce la concezione spaziale rimasta quasi perfettamente inalterata. Tra le componenti vegetali spicca il gruppo di Taxodium distichum o Cipresso delle paludi che con le sue radici aeree concorre alle atmosfere pittoresche e scenografiche del lago.
Giardino Giacomin Romiati a Padova
Nel centro storico di Padova si trova un giardino segreto e romantico progettato dall’architetto veneziano Japelli la cui incredibile fantasia ha saputo coniugare elementi vegetali e artificiali in un linguaggio mirabile. Qui il gusto per il magico, l’eclettico e il fantastico raggiungono livelli sublimi. Il giardino fu realizzato tra il 1839 e il 1840 e concepito per i momenti di otium del suo committente e amico dello Jappelli. Questi allestì scenicamente lo spazio sfruttando le architetture esterne, come ad esempio l’abside della chiesa di San Francesco, quali fondali di scena. Inoltre, l’area di soli 2500 metri quadrati sembra dilatata grazie a giochi prospettici. A ridosso del limitare del giardino vennero innalzate alcune alture e fu creata una piccola montagnola dalla quale diparte un percorso volutamente accidentato e iniziatico tra finti ruderi e rocaille che portano ad una Torre Ottagonale punto focale del giardino. Di pregevole importanza sono anche le architetture vegetali che vi si incontrano, quali un maestoso Faggio Pendulo ( Fagus Silvatica Pendula), un secolare Albero di Giuda (Cercis Siliquastrum), una Magnolia Obovata, alcuni grandi Tassi (Taxus Baccata) e un antichissimo Agrifoglio Cinese (Ilex Cornuta).
Villa Roi Fogazzaro Colbachini a Montegalda
Nel 1846 la villa venne venduta a Giovanni Fogazzaro, nonno dello scrittore Antonio Fogazzaro, che per il restauro della villa e la realizzazione del parco incaricò l’architetto e paesaggista vicentino Antonio Caregaro Negrin. Lo scrittore amava soggiornare qui durante il periodo della vendemmia e proprio qui sono ambientate alcune pagine di Piccolo Mondo Moderno. Convivono in armonia sia il Giardino all’Italiana, arricchito di 8 aiuole quadrate al cui interno vi sono altre aiuole e vasche centrali per le piante acquatiche, sia il Parco Romantico con un laghetto e un pratone galoppatoio. Sulle sponde del lago si trovano alcuni bellissimi esemplari di Taxodium e di tamerici. Interessanti il suggestivo reticolo di canaletti e ponticelli che partono dal laghetto. I Colbachini, attuali proprietari, hanno allestito in un’ala della Villa il Museo Veneto delle Campane. Con una raccolta di campane dall’anno mille fino ad oggi il museo rappresenta la più ricca collezione di Campane in Europa.
Villa Revedin Bolasco a Castelfranco
La villa Revedin Bolasco Piccinelli (1852-1865), ora proprietà dell’Università di Padova, fu progettata dall’architetto Giambattista Meduna, celebre per aver ristrutturato monumenti importanti a Venezia quali il Teatro della Fenice, San Marco e la Ca’ d’Oro. L’edificio è circondato da un grande Parco Romantico all’inglese di quasi 8 ettari che videro impegnati nella progettazione, oltre al Meduna, anche famosi architetti del verde quali Francesco Bagnara, Marc Guignon e Antonio Caregaro Negrin (interventi eseguiti tra 1868-1878). A quest’ultimo si deve l’attuale configurazione del Parco e la progettazione della cavana e della serra in stile ispano-moresco. All’interno del parco si trova la Cavallerizza, un’arena adibita ad equitazione e circondata da 52 statue alcune delle quali attribuite al bassanese Orazio Marinali. Di notevole fattura è anche la Colombara situata nella parte est del muro di confine. Nel 2018 al Parco è stato insignito il titolo di “Parco pubblico più bello d’Italia” dal Network Nazionale di parchi e giardini.
Parco di Villa Papafava a Rovolon
Dal XIII secolo i Conti Papafava sono i proprietari di questa tenuta che contempla un parco disegnato nel 1860 dallo stesso proprietario Alberto Papafava. Il conte bonificò l’area paludosa di pianura facendo scavare un lago di 3 ettari dal profilo molto articolato che ben si inserisce nel contesto paesaggistico quasi fosse uno specchio d’acqua naturale. Il parco di 120 ettari comprende al suo interno anche un rinomato campo da golf. Lungo i sentieri del parco si trovano una grotta, un boschetto di bambù, un orrido e un tempietto neoclassico: tutte realizzazioni tipiche del Giardino Paesaggistico.